Madonna in trono con il Bambino fra i santi Abbondio e Domenico, la committente Ludovica Buronzo ed i suoi figli

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Madonna in trono con il Bambino fra i santi Abbondio e Domenico, la committente Ludovica Buronzo ed i suoi figli

Artista: Giovenone Gerolamo

Tecnica: Tempera su tavola,

Opera In Archivio, In Vetrina
Anno: 1514
Misure: cm 180x119
Note:

GEROLAMO GIOVENONE (Vercelli 1485/1490 – 1555)

MADONNA IN TRONO CON IL BAMBINO FRA I SANTI ABBONDIO E DOMENICO, LA COMMITTENTE LUDOVICA BURONZO ED I FIGLI

Tempera su tavola cm 180×119

firma e data 1514

Già cappella di sant’Abbondio chiesa di San Paolo Vercelli

Galleria Sabauda Torino

L’opera datata 1514 riveste particolare importanza in quanto è un precoce esempio di pala con spazio unitario. Mostra un evidente primo affrancamento dai modi del maestro Spanzotti e da Defendente Ferrari, con cui aveva condiviso la sua formazione iniziale. Gerolamo comincia a guardare in direzione dei modi di Gaudenzio Ferrari e contemporaneamente denuncia l’attenzione per  le novità provenienti dal centro Italia. La scena si inquadra in una scenografia lignea preziosa ed improbabile, che si apre su di un paesaggio lirico. Il pavimento con resa analitica e prospettica ricorda ancora gli stimoli defenteschi e le derivazioni fiamminghe che lo hanno preceduto. La Vergine in trono regge il Bambino con abiti eleganti in cui si staglia un drappo sulle ginocchia di colore verde smeraldo. Sant’Abbondio barbuto e con con la tiara evidenzia una descrizione fisionomica tagliata ed accurata, mentre san Domenico nei consueti abiti talari regge il giglio, simbolo dell’ordine. La committente, vedova di Domenico Buronzo referendario ducale di Carlo II Savoia, è ripresa nell’abito scuro del lutto e con un velo leggero mirabilmente descritto. Prega a mani giunte e con lo sguardo controlla attenta, con un accenno di preoccupazione, i movimenti dei figli.

I due bambini sono i veri protagonisti della scena con l’accensione del rosso dell’abito di quello in prima linea. Non guardano la Vergine, ma osservano la madre in attesa di rassicurazione e della conclusione della preghiera.