Luigi Bistolfi (Acqui AL 1860 – Roma 1919)
Luigi Biagio Guido Maria Bistolfi nasce il 18 giugno 1860 ad Acqui (AL) da Angelo di professione maniscalco e da Marianna Guasco, sarta. Entra nella Regia Accademia di Belle Arti di Brera all’età di quattordici anni. Nell’elenco generale degli iscritti per le Scuole della Regia Accademia di Belle Arti il suo nome compare due volte e precisamente: scuola di Elementi di Architettura, data ammissione: 4/2/1875; Scuola di Prospettiva, data di ammissione: 7/11/1876. Durante la frequentazione dei tre anni accademici lo scultore si è sempre distinto ottenendo negli anni 1875 e 1876 per la Scuola di Ornamenti, due medaglie d’argento conferite per meriti complessivi di progresso, assiduità e condotta nella realizzazione di una copia da modello. Nel 1878 alla Scuola di disegno e di figura riceve una menzione onorevole. In quegli stessi anni anche il casalese Leonardo Bistolfi frequenta la Regia Accademia. Entrambi sono destinati a diventare scultori (possibili legami di parentela sono ancora da verificare). La firma “L. Bistolfi” utilizzata da entrambi gli artisti ha contribuito a rendere difficoltosa in certi casi la attribuzione. Nel 1880 si reca nella Città Eterna per approfondire i suoi studi, nella capitale era presente la “colonia acquese” costituita da Giuseppe Saracco, Giulio Monteverde, Giovanni Tarditi, Guido Baccalario ed il giovane Maggiorino Ferraris. Rimarrà comunque in contatto con la sua città natale non mancando mai di rispondere alle committenze arrivategli come nel caso della realizzazione di una lapide a Spigno in memoria del passaggio di Carlo Alberto, diretto nel 1849 in esilio ad Oposto, oppure di un busto del filantropo Jona Ottolenghi che “sorretto da una colonna faceva bella mostra di sé alla parete di facciata ai banchi di scuola”, scoperto occasionalmente durante l’inaugurazione della Scuola d’Arti e Mestieri, presso l’ex convento di san Francesco. Il busto in gesso dell’esploratore Giacomo Dove, scolpito a Roma nel 1880, è stato donato in seguito all’Istituto Idrografico della Marina di Genova da parte della nipote. Nello studio romano di San Nicolò da Tolentino n. 19, non distante da piazza Barberini, viene forgiato il colossale busto marmoreo di Giuseppe Garibaldi commissionato dagli eredi in occasione del primo anniversario della morte. Verrà innalzato su di uno scoglio dell’isola di Caprera dietro la cosiddetta “Casa Bianca” ed inaugurato il 2 giugno 1883. Il giovanissimo autore lo ritrae con lo sguardo rivolto verso la Corsica e avvolto nella coperta che gli donò Carlo Cattaneo. L’opera appare intrisa di un forte realismo. Verso la fine del 1883, dopo avere trascorso un breve periodo a Parigi, salpa alla volta di New York, dove alcuni importanti lavori lo attendevano. La Gazzetta d’Acqui ci informa delle sue gesta oltreoceano, in Argentina, come l’assegnazione nel 1886 di una medaglia d’argento per alcuni busti in terracotta ed in gesso da lui esposti alla Seconda Esposizione Industriale Italiana. Due grandi cambiamenti lo attendono al suo ritorno in patria. Nel 1887 l’incarico direttivo nelle Scuole d’Arti Applicate all’Industria del Regno che riceve dal Ministero dell’Industria e Commercio e il matrimonio con la veneta Clelia Ceriani. Nello stesso anno ritrae nel marmo la figura del pittore Pietro Ivaldi detto “Il Muto”, purtroppo andata distrutta. Partecipa nel 1890 al concorso per il momento funebre a Goffredo Mameli ispirandosi al culto dell’antichità. Il Bistolfi, probabilmente educato alla scuola del Monteverde si ispira al maestro trattando con estrema semplicità i monumenti funebri. Dal 1882 è presente alle mostre della Promotrice delle Belle Arti di Torino. Nell’edizione del 1899 vince il secondo premio di lire 1000 per un busto di “Cristo” in gesso. Bistolfi valente studioso oltre che scultore pubblica nel 1904 un breve opuscolo dal titolo “L’Ercole seduto”, in cui confuta l’attribuzione ellenistica della statua dell’Ercole Seduto custodito nel museo nazionale romano di palazzo Altemps a Roma. Affianca la sua attività di scultore a quello di conservatore delle opere artistiche della Liguria che lo porta a risiedere nella città della Lanterna. Muore a Roma il 30 aprile del 1919.
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